lunedì 21 marzo 2011

"Scusa, mi toglieresti una curiosità?"

Nun sputà 'ncielo ca 'nfaccia te torna
(Non sputare in cielo che ti ritorna in faccia)

Oggi vorrei prendere spunto dal proverbio di turno per spendere qualche riga sull’importanza e l’efficacia del processo di gratitudine. Vi sembrerà incredibile, ma per dare una svolta alla nostra vita, ciò che innanzitutto dobbiamo fare è esprimere sinceramente gratitudine per ciò che già possediamo, anche se non è esattamente quello che vorremmo. Se continuiamo a lamentarci del nostro stato, se ci guardiamo intorno e le uniche cose che riusciamo a vedere sono l’auto e la casa che non possediamo, o il partner e la salute che non abbiamo, non faremo altro che continuare ad attrarre sempre e soltanto le medesime situazioni. Tutti i sentimenti negativi come invidia, gelosia, rancore, insoddisfazione non faranno altro che attrarre ulteriormente proprio le cose che non vogliamo.
Viceversa, se impariamo ad usare efficacemente il processo della gratitudine, saremo sorpresi di constatare come gli accadimenti si predispongano favorevolmente nei nostri confronti, procurandoci esclusivamente ciò che è bene per noi.
Se non mi credete, provate un piccolo esercizio quotidiano: ogni mattina, prima di alzarvi, abituatevi a sentire gratitudine per il giorno che vi aspetta, come se l’aveste già vissuto. Sembra incredibile, eppure la vostra giornata vi apparirà diversa: tutto quello che vi accadrà, anche un contrattempo o un imprevisto, verrà da voi accolto positivamente e, probabilmente, sarà foriero di novità proficue.
Sebbene intuitivamente sia sempre stata convinta della veridicità di queste affermazioni, circa tre anni fa ne ho avuto conferma dalla lettura di un libro che ormai è diventato un best seller e che molti di voi già conosceranno: The Secret di Rhonda Byrne.
Vi invito  a prenderne visione e, se vi avvicinerete ad esso con animo libero da pregiudizi, ne trarrete delle vere e proprie rivelazioni!





 
E adesso ritorniamo alle novelle rivoluzionarie!
Dal momento in cui ci eravamo ritrovati, nel gennaio del 2002, la frequentazione tra me ed Alessandro divenne sempre più assidua, come sempre più assiduo divenne lo scambio di telefonate e di sms.
Un giorno, doveva essere all’incirca la fine di marzo, mi arrivò un messaggio dall’interpretazione alquanto opinabile. Il testo suonava più o meno così: “Scusa, mi toglieresti una curiosità? Quale sarebbe la tua reazione se, per ipotesi, ti chiedessi di sposarmi?”
Quelle parole mi lasciarono alquanto interdetta, visto che non si trattava esattamente di una proposta di matrimonio tradizionale – sapete, quelle che si fanno con tutti i crismi: cenetta a lume di candela in un locale esclusivo, accompagnata da musica soffusa, bagnata da uno champagne di annata e, magari, illuminata dal riverbero di un bel solitario da un paio di carati-.
No, miei cari! Niente di tutto ciò. La cosa veniva buttata lì a mo’ di semplice curiosità. E poiché sapevo bene di avere a che fare con una persona tutt’altro che stupida, decisi di giocare fino in fondo la partita affinché egli scoprisse le sue carte.
Pertanto, la mia risposta tramite sms fu interlocutoria: la sua curiosità non venne soddisfatta, ma neanche stroncata sul nascere. Attendevo di incontrarlo de visu per sondare meglio il terreno.
Quando ci vedemmo, con molto garbo gli chiesi chiarimenti sul messaggio che mi aveva inviato quella mattina, e, poiché lui non mollava la posizione tattica di cautela e circospezione, capii che era meglio non insistere.
Tuttavia, non potevo abbandonare proprio sul più bello una sfida così invitante e, pertanto, sferrai il mio attacco. Visto che egli non veniva allo scoperto spontaneamente, per costringere il ragno ad uscire dal buco, gli dissi: “Riguardo la tua proposta, e solo perché non voglio lasciarti con una così grande curiosità addosso, ti dico che la mia reazione probabilmente sarebbe positiva”.
Non voglio addentrarmi oltre nella strana meccanica di quella ancor più strana proposta. Vi basti sapere che, sebbene Alessandro non avesse mai esplicitamente chiesto la mia mano e io non avessi mai esplicitamente accettato, dopo qualche giorno fissammo la data del nostro matrimonio:  sabato, 5 ottobre  2002!

2 commenti:

  1. L'sms originale era:
    Una curiosità: mi sposeresti?

    La risposta:
    un pò si e un pò no

    In privato ... se volete, vi rivelo poi come si fa a trasformare il "un pò no" in un si!

    RispondiElimina
  2. il libro che hai citato non lo conosco, ma mi ha incuriosita (in effetti prendere la vita con più positività non ci farebbe male...). Quanto alla proposta...mio marito mi ha chiesto di sposarlo in un vicolo di Amsterdam all'uscita da un locale :)

    RispondiElimina