L'amice nun so' maje supiérchie
(Gli amici non sono mai troppi)
Vorrei prendere spunto dal proverbio odierno per tessere un breve inno all’amicizia. Nella mia vita ho avuto la fortuna di stringere legami forti con tante persone meravigliose, che, per verso o per l’altro, mi sono state complementari, ossia capaci con le loro qualità e virtù di trasferirmi un senso di pienezza e di benessere. Avete presente la gioia e l’appagamento istintivi che proviamo quando, dopo un inverno lungo e bigio, appare la prima giornata di primavera, e il sole non più timido, ma neanche sfrontato, ci inonda della sua energia?
Ebbene, gli amici che la sorte ha posto lungo il mio cammino sono stati in grado di farmi sentire eternamente in primavera!
Il lato magico di questo sentimento è simile a quello che caratterizza l’amore di una mamma verso i suoi figli: è talmente incommensurabile che la sua intensità non dipende e non può essere inficiata dal numero dei fruitori. E’ come un oceano costituito da una quantità di gocce inconcepibile per la nostra mente: il fatto che tante persone vi attingano non ne diminuisce la portata, anzi, poiché, nello specifico, l’amicizia è un sentimento reciproco, spesso al mare torna più acqua di quanta ne sia stata prelevata.
In fatto di amicizia, un vero colpo gobbo è consistito nell’aver incrociato il mio destino con quello di una persona che magistralmente riassume in uno splendido concentrato anche amore, complicità e telepatia. Scontato dirvi di chi si tratta. Auguro soltanto a tutti voi di godere della stessa buona sorte. In caso contrario, non disperate! Per qualunque cosa, non è mai troppo tardi, poiché, come recita un altro dei miei proverbi preferiti, peraltro già commentato, Faber est suae quisque fortunae!
E adesso, siete pronti a rituffarvi nei racconti della bancaria per caso? Eravamo fermi ad un periodo di calma relativa, che durò circa tre anni: dopo l’iniziale crisi da rigetto per la vita caotica di città e per un lavoro rispetto al quale non ero propriamente tagliata, avevo nuovamente tirato fuori la mia grinta e mi ero progressivamente rimessa in carreggiata. Sicura della veridicità del proverbio latino appena citato, avevo maturato la convinzione che dovevo essere l’artefice del destino che desideravo. Pertanto, cominciai ad assumere un atteggiamento propositivo verso tutto ciò che mi circondava, sostenuta dalla certezza che qualcosa sarebbe accaduto. E così fu!
E adesso, siete pronti a rituffarvi nei racconti della bancaria per caso? Eravamo fermi ad un periodo di calma relativa, che durò circa tre anni: dopo l’iniziale crisi da rigetto per la vita caotica di città e per un lavoro rispetto al quale non ero propriamente tagliata, avevo nuovamente tirato fuori la mia grinta e mi ero progressivamente rimessa in carreggiata. Sicura della veridicità del proverbio latino appena citato, avevo maturato la convinzione che dovevo essere l’artefice del destino che desideravo. Pertanto, cominciai ad assumere un atteggiamento propositivo verso tutto ciò che mi circondava, sostenuta dalla certezza che qualcosa sarebbe accaduto. E così fu!
Agli inizi del 2002, il Monte dei Paschi bandì una selezione interna per dipendenti laureati con il massimo dei voti. Sede di destinazione: Siena! Inutile dire che inoltrai la domanda di partecipazione ad una velocità che avrebbe disintegrato persino Superman! Le coincidenze giocavano a mio favore anche sotto altri aspetti che andavano prendendo forma all’interno della banca toscana. Forse pochi sanno che il Monte dei Paschi è stato tra i primi gruppi bancari in Italia ad orientare la propria politica verso strategie di sostenibilità e di minimizzazione dell’impatto ambientale, dotandosi, in tal senso, di un dettagliato codice etico. Nello specifico, il gruppo MPS ha implementato da tempo strumenti di “finanza verde”, volti a sostenere in maniera agevolata imprese, enti e privati che operano nel settore delle energie rinnovabili. Per quale motivo vi racconto tutto questo? Perché, per gli strani casi della vita, nel lontano 1992, presso la Facoltà di Scienze Economiche e Bancarie di Siena, avevo discusso una tesi in Economia Ambientale, relativa alla tassazione delle emissioni inquinanti e alla possibilità di ricorrere a fonti energetiche alternative, tesi che mi valse la laurea con lode. Ero certamente l’unica dipendente MPS con un simile profilo. Pertanto, considerata la direzione che la banca aveva intrapreso in tema di politica ambientale, era possibile affermare, senza tema di smentita, che il cerchio si stava chiudendo e che il mio rientro a Siena si andava configurando come una possibilità non poi così remota.
Ma qualcosa di imprevisto e di sottovalutato si frappose nell’avanzata della mia macchina da guerra…
Vabbè ... come al solito, sul più bello, finisce la puntata!
RispondiEliminaRestano i profumi della perenne primavera che ti regalano gli amici.
A me, altra sorte, spesso regalano solo freddi inverni.
Aspetterò!
Ciao