martedì 8 febbraio 2011

Questo post è per te, zia Ines!

Quanno 'o mare è calmo, ogni strunz'è marenaro
(Quando il mare è calmo, ogni fesso è marinaio)

Sono sicura che oggi perdonerete l’incisività, forse eccessiva, del proverbio che ho scelto, ma io lo trovo assolutamente superlativo…
La morale che racchiude viene trasmessa con un’immediatezza e una capacità rappresentativa che, come è facile constatare, la lingua italiana riesce solo parzialmente a riprodurre.
L’immagine che mi affiora alla mente è quella di quanti si proclamano con prosopopea insuperabili maestri di vita, cui tutti dovremmo ispirarci nel misero tentativo di migliorare noi stessi, ma, che, immancabilmente, arrivati alla salita, cominciano ad arrancare, a perdere colpi, ad incespicare, finché, stremati dalla loro stessa imperizia e presunzione, ruzzolano rovinosamente giù per la scesa.
L’invito, allora, è questo e su di esso vi esorto a riflettere: piuttosto che parlare a caso, perché non allenare la nostra capacità di ascoltare e di osservare? Non parlo di ‘sentire’ e di ‘vedere’, quello lo facciamo tutti e in maniera più o meno distratta, bensì parlo di prestare davvero attenzione a ciò che ci viene detto o a ciò che stiamo guardando, con la consapevolezza che solo questa umiltà di atteggiamento ci consente di fare veramente nostro un insegnamento di vita, ci prepara, insomma, ad essere veri marinai.
Per quanto mi riguarda, ho avuto la fortuna di incontrare negli anni tante persone degne dell’ammirazione altrui. Piuttosto che svilirne le qualità e le capacità, ho sempre cercato di prendere da loro il meglio (ascoltando ed osservando, per l’appunto), e, nel mio piccolo, di restituirlo, in uno scambio reciproco che, alla fine, ha arricchito entrambi.
Nel novero delle persone d’eccezione, un posto a parte merita sicuramente la mia carissima zia Ines. Sorella minore di mia madre, ho scoperto tardivamente la sua verve e la sua saggezza, ma sicuramente la qualità del nostro rapporto ha avuto molto più peso della quantità di tempo trascorso insieme.
Purtroppo, viviamo lontane e, soprattutto, da quando sono diventata mamma, rivederci è diventato un dono rarissimo.
Zia Ines vive a New York da oltre un trentennio. E’ madre di due figli gemelli che vanno per i 48 anni, due scapoloni, laureati giovanissimi alla Columbia University in ingegneria elettronica e che ogni estate ritornano in Italia per rinsaldare le loro radici. Da piccola ero convinta che il mio segno zodiacale, Gemelli, appunto, fosse dovuto proprio alla parentela con loro. Scoprire più in là che quello non ne era il vero motivo mi lasciò interdetta e delusa, tale era il mio orgoglio di averli come cugini.
Giovanni e Giuseppe, questi i loro nomi, non hanno mai conosciuto il padre che morì, se non sbaglio, ancor prima della loro nascita. All’epoca zia Ines viveva già negli Stati Uniti da parecchi anni, a causa di complicatissime vicende familiari in cui non sono in grado di addentrarmi. Rimasta vedova, con un coraggio e una forza non comuni, decise di ritornare in Italia con i due bimbi appena nati e qui rimase finché essi non terminarono le scuole medie. Tuttavia, essendo convinta che i figli, due piccoli geni, potessero avere molte più chance nel paese che aveva dato loro i natali, a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta decise di ritornare negli States. E da allora vivono tutti lì.
L’ultima volta che ho visto mia zia risale ormai ad oltre sei anni fa, in occasione del primo compleanno di Aurora, la mia primogenita. Era settembre del 2004.
In realtà, a partire dal 1996, ci eravamo ritrovate praticamente ogni estate, per coltivare una passione comune che avevamo scoperto, quasi per caso, unirci con un filo invisibile, ma indissolubile: i viaggi!
La nostra simbiosi cominciò quando ella, dopo aver sentito tanto parlare dai suoi figli di Siena e della mia casa, nell’estate del 1996 decise di venire a trovarmi e, neanche a dirlo, si innamorò istantaneamente della città, del mio rifugio, della Toscana tutta, con la stessa intensità e lo stesso coinvolgimento che avevano travolto dieci anni prima la sottoscritta!
Gli spostamenti nei dintorni di Siena ci diedero modo di condividere con eguali emozioni gli incantevoli scenari che di volta in volta si mostravano ai nostri occhi stupiti ed estasiati, simili a quelli di un bambino che per la prima volta entra in un negozio di caramelle. Le nostre più profonde percezioni vibravano esattamente della stessa frequenza e in lei mi sorprendeva ogni volta il suo modo delicato, ma carico di emozione, con cui manifestava i suoi apprezzamenti.
Avevamo, insomma, scoperto di essere delle ottime compagne di viaggio, complementari l’una per l’altra!
Quell’estate, in giro per la Toscana, fu solo l’inizio delle danze: negli anni a venire ci avrebbero attese tante nuove destinazioni, pronte a meravigliarci e a rinsaldare sempre più il nostro sodalizio.
Ma di questo vi parlerò nel prossimo post!

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