Chi è causa del suo mal, pianga se stesso!
Nel post di oggi vorrei effettuare una battuta d’arresto nel racconto delle mie vicende personali, per dare maggiore enfasi alla parte introduttiva di ciascuno dei miei interventi, vale a dire il proverbio di apertura.
Vi sarà, ormai, chiaro che i proverbi ricoprono un ruolo molto importante nella mia vita, come, penso, in quella di tutti coloro che affidano alla saggezza antica la gestione delle piccole e grandi cose della propria esistenza.
I proverbi hanno la capacità unica, inimitabile, di riassumere in poche parole un’intera filosofia di vita e, quindi, a pensarci bene, riflettono la personalità di coloro che vi fanno ricorso. Potremmo quasi affermare “Dimmi quali proverbi usi e ti dirò chi sei!” e penso che andremmo a parare non molto lontano dalla realtà.
Detto ciò, veniamo al proverbio odierno che personalmente utilizzo spesso con i miei figli quando combinano qualche marachella delle cui conseguenze erano stati preventivamente avvisati. Vi racconto, in particolare, l’episodio accaduto una settimana fa, avente come protagonista il mio secondogenito, Carlo Alberto, 5 anni. Dire che è un terremoto, un vulcano in eruzione, un moto perpetuo, non renderebbe giustizia all’incontenibile vitalità che c’è dentro di lui. E’ un tipo simpatico, travolgente, rumoroso, arruffone. Tuttavia, non ci crederete, questa continua esplosione di energia cinetica procede di pari passo con un animo di rara sensibilità e bontà. Al punto che io lo definisco Carlo il Puro.
Per farvela breve, lunedì scorso Carlo giocava con il suo Nintendo (tutti i genitori sanno cos’è, vero? Per i profani, trattasi di una console portatile, caricabile con una miriade di giochi elettronici). Improvvisamente, in un momento di ira causato da avverse fortune nel gioco di turno, Carlo scaglia il Nintendo a terra e lo schermo superiore si incrina, rendendo inutilizzabile il dispositivo in maniera definitiva. Difficilmente potrei con le parole rendere l’idea dello sconforto che attraversò il visino del bimbo quando si rese conto dell’accaduto! Subito corse da me e cominciò a piangere, disperato per l’irreversibilità del danno. I suoi grandi occhi da cerbiatto mi fissavano smarriti, cercando in un mio gesto o in una mia parola una qualche consolazione per quella perdita luttuosa.
Al contrario di ogni sua aspettativa, la mia risposta, serafica, fu “Chi è causa del suo mal pianga se stesso, ma in silenzio! Ti avevo avvertito: se il Nintendo si rompe, non ne compro un altro!”
Gli dissi che le soluzioni erano due: o si adattava a giocare con quello della sorella maggiore quando lei era a scuola (preciso che Carlo Alberto è refrattario all’asilo!) oppure poteva attingere ai suoi risparmi e comprarne uno nuovo (per la cronaca, il costo è di 150 euro!). Quale fu la sua risposta? “E io butto 150 euro per il Nintendo?” “Bene”, ribattei, “Vuol dire che il Nintendo non è poi così importante!”
Il bambino rimuginò tutta la mattina sull’accaduto. Vidi che andò a prendere il suo portafogli e cominciò a contare i soldini, mimando ciò che gli sarebbe avanzato dopo l’acquisto proposto. Alla fine mi si avvicinò e mi comunicò che aveva preso una decisione: voleva comprare un altro Nintendo!
Quella stessa mattina provvedemmo alla sostituzione. Appena afferrata la busta alla cassa, le sue prime parole furono: “Mammina, ti prometto che da oggi in poi non butterò più niente a terra!”
E sono sicura che Carlo il Puro manterrà per sempre la promessa!
bene, sicuramente carlotto lo terrà caro il nuovo nintendo. baci a tutti, luisa l'indiana.
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