venerdì 11 marzo 2011

La tenda della stanza da letto

'A vecchie 'e cient'anne ricette: "M'aggia 'mparà ancora!"
(L'anziana a cent'anni disse: "Ho ancora da imparare!")

E’ proprio vero! Nella vita non si finisce mai di imparare! E del resto, che senso essa avrebbe se non continuassimo ad alimentarla con la curiosità e la voglia di nuove scoperte? Tutti mi dicono che dimostro senza esagerazione oltre dieci anni in meno di quelli che dichiara la mia carta di identità (motivo per cui, alla fine, ho deciso che il prossimo 24 maggio compirò 34 anni!): volete conoscere qual è la mia ricetta dell’elisir per la giovinezza? Beh, a parte la fortuna di aver ereditato in tal senso i geni materni e a parte un ferreo patto con il diavolo, ritengo che la mia esteriorità sia lo specchio della mia anima: essa, come un bambino che con occhi impazienti si affaccia al mondo per scoprirne i prodigi,  continua a bussare insistentemente alla porta della vita, per essere solleticata da nuove sfide e nuove avventure. E se è vero che l’anima non ha età, la mia, in particolare, deve aver scelto di vestire i panni di quel bimbo curioso, che più impara e più scopre di non sapere, e che, in questa meravigliosa corsa senza fine, mantiene immutata la capacità di meravigliarsi ad ogni passo!
E adesso ci aspetta un altro frammento di vita rivoluzionaria! Ricordate dove eravamo rimasti? All’appartamentino che, alla fine, avevo scelto, come dimora napoletana.
Inizialmente, esso mi risuonò alquanto anonimo, ma, conoscendo la mia capacità di dialogare con gli oggetti e di conferire loro un’anima, non persi la speranza. Anzi, l’arredo del piccolo rifugio mi assorbì in maniera così piena e mi coinvolse così piacevolmente che il ciclone della disperazione ormai poteva dirsi dissolto!
Praticamente, dedicavo buona parte dei miei pomeriggi alla ricerca di piccoli dettagli che andavano a completare questo o quell’angolo della casa e che dovevano esattamente corrispondere all’idea che mi ronzava nella testa. Quel rumore fastidioso di proiezioni immaginarie che si divertivano a far baruffa nella mia mente, cessava solo quando, infine, scovavo in qualche negozietto sconosciuto o fuori mano il puntuale, ineccepibile e concreto corrispondente alla mia idea.
Non potrete mai immaginare il tempo che impiegai per assemblare la tenda della mia camera da letto!
Avendo l’abitudine di farmi svegliare dalla luce del mattino, avevo deciso che essa dovesse essere filtrata dall’energia dell’arancione, in modo da poterne essere inondata sin dall’inizio della mia giornata. Trascorsi intere settimane a visionare campioni di stoffe e organze, e alla fine selezionai esattamente ciò che la mia mente aveva concepito: un velo di un arancione intenso e sfacciato, attenuato dal bianco panna di una fine organza, intarsiata di frivole volute e leggeri arabeschi tinta su tinta. Inutile dirvi che le varie parti della tenda furono acquistate in due negozi diversi, ubicati agli antipodi, mentre il bastone ebbe una storia a sé, sui cui è meglio non dilungarsi: vi basti sapere che lo feci arrivare direttamente dalla Germania, opera di una ditta specializzata nel settore…
Il montaggio di quella che ai miei occhi avrebbe dovuto risultare un’opera d’arte avvenne mentre ero in ufficio, sotto la supervisione di mia madre. Quando nel pomeriggio rincasai, aprii la porta con l’emozione e, al tempo stesso, la titubanza del bimbo che spera di trovare sotto l’albero di Natale esattamente ciò che con tanta dovizia di particolari ha descritto nella sua letterina! Dall’ingresso catturai immediatamente con lo sguardo il tenue e avvolgente arancio che, diffondendosi in tutta la stanza, riverberava delicatamente sul marmo lucido del pavimento. Quando, infine, varcai la soglia della stanza da letto, tutti i miei sensi vennero calamitati da uno spettacolo indescrivibile: una nuvola soffice e rassicurante aveva scelto di stabilirsi nella mia stanza da letto, con il solo unico compito di rendere desiderabile ogni mio risveglio!

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