giovedì 10 marzo 2011

Silvana cerca casa

Chi va con lo zoppo impara a zoppicare

Anche il proverbio di oggi, al pari degli altri, rispecchia una grande verità: tutti tendiamo ad assecondare e ad imitare le abitudini delle persone a noi più vicine, allo scopo, probabilmente, di renderci bene accetti ai loro occhi o di aumentare l’affinità nei loro confronti. E fin qui nulla da obiettare! Il problema è che spesso, anziché prendere ad esempio le virtù del nostro prossimo, siamo, quasi sempre, maggiormente inclini ad emularne i vizi! Vi siete mai chiesti perché? Personalmente mi sono data la seguente risposta: è molto più comodo per ciascuno di noi, in quanto richiede uno sforzo decisamente minore, accettare passivamente giorno dopo giorno la propria condizione, uniformandosi alla massa in un atteggiamento apatico e rassegnato. Il massimo dei nostri ideali è quello di garantirci quotidianamente una dose massiccia di televisione – spazzatura che, nella migliore delle ipotesi, appiattisce la nostra capacità di pensiero e di libera ed obiettiva valutazione dei fatti. Viceversa, il miglioramento e la crescita personale implicano sempre uno sforzo, in quanto bisogna, innanzitutto, avere il coraggio di riconoscere i propri limiti per, poi, superarli, ma, soprattutto, presa coscienza della propria condizione, occorre passare materialmente all’azione, abbandonando le proprie abitudini, la routine giornaliera e l’area di comfort che ci siamo creati. E vi assicuro che non tutti sono disposti a resettarsi e a rimettersi in gioco.
Vedete, secondo me la vita è come una grande ruota panoramica: se rimani a terra, penserai per sempre che il mondo è tutto lì, ma se hai il coraggio di saltare su e di farti portare fino al punto più alto, si apriranno ai tuoi occhi, alla tua mente e, soprattutto, al tuo cuore universi meravigliosi e fino ad allora inimmaginabili! Quanta fatica ti è costata questa decisione e quanta paura hai dovuto vincere, ma alla fine ne è valsa la pena!
La via più breve spesso è anche la più semplice, ma non è detto che sia la migliore. La rassegnazione, la critica sterile e fine a se stessa, il disfattismo, l’approvazione o l’imitazione di comportamenti improduttivi o, peggio, dannosi rappresentano la via più breve e più semplice per affrontare la vita: basta conformarsi alla massa e lasciarsi trascinare dalla corrente… Ma se veramente vogliamo essere noi a governare la nostra imbarcazione, piuttosto che abbandonarla in balìa delle onde, dobbiamo avere il coraggio di lasciare la ciurma e di promuovere noi stessi a timonieri e capitani. Vi sembra, in finale, un’idea tanto assurda?
E adesso ritorniamo a noi! Per superare il momento non proprio roseo che stavo attraversando, avevo deciso di riversare tutte le mie energie nella ricerca di un appartamentino dove potessi ritrovare la vecchia Silvana. Di lei era rimasto solo un ricordo sbiadito e sfilacciato, ma era mia ferma intenzione restituirle gli splendori che meritava!
Pertanto, ebbe inizio un periodo molto intenso, destinato al sopralluogo di un numero indefinibile di appartamenti. La mia aspirazione era una casetta con vista mare, ma nessuno dei candidati rispondeva all’idea che avevo in mente. O, meglio, un’idea precisa ancora non l’avevo: sapevo di sicuro quello che non volevo e ciò rendeva anche troppo semplice la selezione. Ero, peraltro, sicura che, quando fosse arrivato il momento, sarebbe scoccata la scintilla dell’innamoramento come era già accaduto per la casetta di Siena.
Alla fine, inaspettatamente, optai per una tipologia di appartamento che si allontanava totalmente dalla mia idea iniziale. La scelta ricadde su un bilocale che aveva il suo principale punto di forza nell’ubicazione a pochi metri da casa di mia madre. Non brillava per originalità o peculiarità particolari, ma aveva una cosa in comune con la dimora senese: la vista sulla campagna! Non si trattava propriamente delle colline toscane, ma, tuttavia, era garantito uno scorcio gradevole sull’orto e sul giardino della villetta adiacente. Questo bastò per ricreare una sorta di oasi per la mia anima assetata di pace e di intimità.
Quando, poi, provvidi a farle dare una bella imbiancata e a corredarla dei miei oggetti, delle mie fragranze e dei i miei colori, allora anche lei cominciò a parlarmi di sé e a sussurrarmi dolci parole…

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