mercoledì 2 marzo 2011

Antonio e il Borgo Marinari

Tutto è bene quel che finisce bene

Che bello questo proverbio! E’ davvero beneaugurante, poiché, anche nelle avversità o nei momenti difficili, ci apre il cuore alla speranza che tutto possa risolversi positivamente!
In altre parole, ciò che dobbiamo avere sempre presente è il punto di arrivo a cui ci porteranno eventi o accadimenti apparentemente ostili, ma, che, mescolati da impreviste e benigne sinergie, alla fine si ricompongono a nostro favore.
Sostenuti da questa speranza, la nostra grande forza e capacità deve essere quella di navigare serenamente attraverso le intemperie, finché esse non ci avranno sospinto sino ad un porto accogliente e sicuro.
Dunque, il proverbio odierno riassume un’intera filosofia di pensiero, o, meglio, di approccio verso la vita che, personalmente, condivido in pieno, vale a dire un approccio ottimistico, oserei dire da mondo delle fiabe. A questo punto, visto che viviamo in una realtà tutt’altro che fiabesca, potreste darmi della povera illusa o sprovveduta, e, in parte, potrei anche essere d’accordo con voi… Ma, poi, mi chiedo, e vi chiedo: “Non è forse meglio pensare in positivo, visto che non costa nulla e che spesso funziona?”
Del resto, ho il sostegno anche di un altro motto: Gente allegra, il ciel l’aiuta!, con il quale mi sono assicurata addirittura la benedizione dalle altissime sfere!
Detto ciò, ritorniamo agli annali napoletani!
La mia permanenza presso la Capogruppo durò oltre sei anni, durante i quali anche quell’universo a se stante del Monte dei Paschi di Siena, comprendente da solo, se la memoria non mi inganna, circa 700 dipendenti, cominciò a diventarmi sempre più familiare.
Si può dire che nel giro di un anno conoscevo di vista buona parte dei colleghi dell’edificio e avevo stretto amicizia con una ventina di loro. Nominarli tutti sarebbe impossibile, ma di ciascuno conservo un ricordo vividissimo, al punto che, quando mi tornano alla mente, è come se si materializzassero davanti ai miei occhi.
In particolare, vorrei dedicare le righe che seguono al mio caro amico Antonio, che nel maggio 2005 mi ha fatto l’onore di invitarmi alla meravigliosa festa per il suo 50° compleanno, tenutasi a Napoli, nell’incantevole scenario del Borgo Marinari. Per i non napoletani, trattasi di un piccolo gioiello ubicato sull’isolotto di Megaride, a ridosso del mitico Castel dell’Ovo, e collegato alla terraferma da un istmo artificiale. Il borgo si sviluppa sostanzialmente intorno ad una piazzetta su cui si affacciano non più di sei costruzioni a due piani, essenzialmente destinate ad attività ristorative. Ospita, inoltre, un piccolo porticciolo turistico, in cui sono ormeggiati per lo più yacht e barche a vela. Affinché possiate visualizzare ciò di cui sto parlando, vi invito a ripercorrere con la mente le bellissime scene del film di Massimo Troisi “Pensavo fosse amore… invece era un calesse”, girato, in parte, proprio nel Borgo Marinari. Questo angolino nascosto della Napoli antica ha da sempre esercitato su di me una strana attrazione, forse per la presenza del già citato Castel dell’Ovo, dalla storia antichissima e, per tutti i napoletani, avvolto da un’aura di mistero. Difatti, la tradizione vuole che il castello derivi il suo nome da un'antica leggenda, secondo la quale il poeta latino Virgilio (che nel medioevo era considerato anche un mago) nascose nelle segrete dell'edificio un uovo che mantenesse in piedi l'intera fortezza. La sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli.
Effettivamente, nel momento in cui, attraversato l’istmo artificiale, si abbandona la terraferma, si percepisce un’energia totalmente diversa, direi magica, che trova, per l’appunto, il suo epicentro nel castello e si irradia via via a tutto il borgo, fino a raggiungere la deliziosa piazzetta poco distante.
E proprio in questo irripetibile scenario, il caro Antonio ebbe l’idea di festeggiare in maniera memorabile i suoi primi dieci lustri! Il party, in puro stile antoniano, si svolse presso il circolo nautico del borgo, in un ambiente, dunque, sobrio ed elegante, proprio come li festeggiato! Premetto che Antonio è davvero un gentiluomo d’altri tempi. E’ sempre impeccabile nei suoi modi e ha l’abitudine di parlare con un tono di voce basso, che si distingue nel clamore che, ormai, ci circonda.
Per queste sue caratteristiche, a volte, avevo l’impressione che anche lui si ritrovasse bancario per caso, in quanto lo avrei visualizzato, più che altro, come l’ultimo esponente, in termini temporali, di un’antica e nobile casata.
Questa l’idea che mi ero fatta di lui, fino a quando io e mio marito Alessandro non approdammo alla sua festa di compleanno! All’inizio, Antonio rimase abbastanza sulle sue, confermando in pieno quell’idea. Ma, quando i festeggiamenti entrarono nel vivo, egli, inaspettatamente, non si tirò indietro di fronte ai ripetuti inviti degli amici, scatenandosi in un memorabile karaoke, in cui interpretò magistralmente, se ben ricordo, Un’avventura di Lucio Battisti. A quel punto, messa da parte ogni ritrosia, si lasciò andare anche nelle danze, rivelando persino in quel caso doti inaspettate!
A lui e alla sua bellissima moglie Rosy giunga il mio più caloroso abbraccio, con l’impegno da parte di Antonio di essere la prima nella lista degli invitati per il suo prossimo compleanno. Penso proprio di essermelo meritato, o no?

1 commento:

  1. Eh ma che blog originale!! e tu non scherzi! Sembri una tipa frizzantissima!!! Grazie per il bellissimo commento. Ti seguo anch'io. Titti

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