'A gatta, pe' ghì 'e pressa, facette 'e figlie cecate
(A causa della fretta, la gatta partorì dei cuccioli ciechi)
Il proverbio odierno potrebbe essere tradotto in italiano affermando che la fretta è cattiva consigliera e, pertanto, non sempre produce i risultati desiderati.
Indubbiamente, quando parliamo di fretta non ci riferiamo alla presenza di spirito o alla prontezza di riflessi, che pure sono sinonimo di rapidità ma in senso positivo, ossia evidenziano la capacità di un individuo di fronteggiare prontamente un imprevisto o una difficoltà. Viceversa, la fretta è l’impazienza che ci prende nel fare le cose e che non sempre siamo in grado di controllare. Ne consegue che, nella maggioranza dei casi, essa genera imprecisioni e sbavature, e, quanto più tentiamo di recuperare terreno, tanto più tendiamo a collezionare errori su errori, non facendo altro che peggiorare la situazione.
A dimostrazione di quanto questa regola funzioni sistematicamente, vi racconto un episodio occorsomi quando ero poco più che diciottenne. A quell’età, sotto la supervisione di mio padre, che, se ricordate, era un provetto automobilista, imparai a guidare la macchina: le lezioni pratiche mi vennero impartite con tutti i crismi e, quindi, alla fine, Babbo Diego poté affermare con orgoglio di aver fatto un ottimo lavoro. Ero, dunque, pronta per l’esame di guida da privatista. Come tutti saprete, la prova al volante era preceduta dai quiz teorici, che erano stati fissati di mattina. Poiché mio padre era impegnato al lavoro e mia madre non guida, mia sorella Daniela, sfornata qualche anno prima dalla premiata scuola guida Diego Planeta, si offrì di accompagnarmi con la macchina. Dal nostro quartiere, posto in zona collinare, dovevamo raggiungere la Motorizzazione Civile, nei pressi del porto di Napoli, un vero e proprio viaggio, quindi, tenuto conto del traffico!
Ci avviammo di tutta fretta da casa, imbarcandoci sulla indimenticabile Fiat 126 turchese che mio padre aveva regalato a Daniela. Ma, a metà strada, mi accorsi che, nella concitazione dei preparativi, avevo dimenticato il documento di riconoscimento. Pertanto, fummo costrette a fare retromarcia, allo scopo di recuperare l’indispensabile. Cercavamo di velocizzare i tempi il più possibile, ma il risultato era unicamente un’agitazione crescente che ci impediva di ragionare con lucidità.
Rimediato il documento personale, a velocità supersonica saltai nuovamente nel ‘bolide’, diretta alla meta. Daniela, se avesse potuto, avrebbe accelerato la 126 anche con la spinta dei piedi, ma più di 80/90 Km orari sulla Tangenziale di Napoli non si poteva pretendere!
Arrivammo alla Motorizzazione sul filo di lana, tutte affannate e congestionate. Stranamente, l’aula destinata alla prova scritta era ancora vuota, sicché ci accomodammo nella sala d’attesa, tentando di recuperare un po’ di fiato. I minuti passavano e non accadeva nulla. Improvvisamente la porta dell’aula accanto si spalancò e venne fuori una fiumana di persone che aveva appena terminato i quiz! Io e Daniela ci guardammo con aria interrogativa: cos’era successo?
Nella fretta, non avevamo realizzato che, sul foglio di convocazione, l’aula indicata per l’esame era la n° 1 e noi, invece, stavamo beatamente (e beotamente!) aspettando davanti alla n° 2. Non occorre specificare che la mia prova scritta slittò alla sessione successiva!
E adesso a noi! Vi avevo lasciati al 5 ottobre 2002, data in cui ebbe luogo il matrimonio mio e di Alessandro, felicemente conclusosi nonostante le molteplici peripezie. Se quel giorno fu piovoso come pochi, il successivo fu, invece, caratterizzato da un sole che ‘spaccava le pietre’! Era il giorno designato per l’inizio del viaggio di nozze! Ebbene sì, decidemmo di partire subito, senza perdere neanche un minuto, visto che il tempo concessomi per la luna di miele era appena di… quaranta giorni! Avete capito bene: non quindici o venti come solitamente avviene, ma il doppio, grazie al mio grande capoufficio Ermanno, che avete conosciuto nel post omonimo, e che, conformemente al suo stile, accolse la mia sfrontata richiesta senza minimamente scomporsi, rassicurandomi sul fatto che sarebbero sopravvissuti anche senza di me!
La meta prescelta furono gli Stati Uniti coast to coast, da New York a San Francisco, passando per la Florida, la Georgia, il Tennessee, la Louisiana, il New Mexico, l’Arizona, il Nevada e, infine, la California. Ma per i dettagli della honeymoon, vi rimando al prossimo post!
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