venerdì 1 aprile 2011

Esimia Professoressa Planeta!

Hai voglia 'e mettere rum, chi nasce strunzo nun po' addiventà babbà
(Puoi mettere quanto rum vuoi, ma chi nasce pezzo di… non potrà mai diventare un babà)

Scusatemi! Oggi ho scelto un proverbio che farebbe rabbrividire l’Accademia della Crusca, ma che importa? Io sto ancora ridendo e l’effetto è il medesimo ogni volta che incappo in questo motto!
E’ un po’ come dire Chi nasce tondo, non può morire quadrato, ma dovete convenire che l’efficacia non è esattamente lo stessa: è come se una Ducato Monster gareggiasse con un modello anteguerra delle Officine Benelli! Il confronto non regge, al punto che, ne sono sicura, persino quelli dell’Accademia della Crusca ci stanno facendo un pensierino e sono disposti a chiudere, non uno, ma tutti e due gli occhi!
L’immagine folcloristica evocata da questo proverbio mi induce istintivamente ad un paragone: penso a tutte quelle esponenti del gentil sesso, giovani, mature e, in taluni casi, addirittura attempate non propriamente baciate dalla fortuna in fatto di bellezza, che, tuttavia, anziché accettare serenamente questa condizione, pensano, apparecchiandosi come alberi di Natale, di potersi magicamente trasformare in ragazze da copertina.
A queste signore, con molta umiltà e simpatia, vorrei consigliare di adattarsi di buon grado a ciò che la sorte ha riservato loro, in quanto a forzare la natura si rischia di apparire ridicole, se non di ottenere l’effetto inverso.
Il mondo dello spettacolo, del resto, è costellato di esempi di bellezza non esattamente canonica che, pure, piacciono in quanto non adulterati da acrobatici tentativi di sembrare delle dive patinate. Penso, ad esempio, a Barbra Streisand che ha fatto dei suoi difetti fisici un’icona di bellezza singolare e molto apprezzata, in quanto ella ha intelligentemente accettato ed amato ogni parte del suo aspetto esteriore, anche quelle che, probabilmente, un’altra donna avrebbe cercato di camuffare sotto strati di cerone o, peggio, di correggere con l’aiuto del chirurgo estetico.
Pertanto, chi vuole apparire bella a tutti i costi, anche quando l’impresa è oggettivamente impossibile, non perda del tutto le speranze! Curi, innanzitutto, la propria forma fisica con alimentazione corretta e sport, e, in secondo luogo, là dove madre natura è stata poco generosa, sopperisca con altre doti: intelligenza, simpatia, buonumore, per citarne alcune…
E soprattutto, tenga presente che un bel soprammobile alla fine stufa, se non è in grado di fare altro che bella mostra di sé!
Detto ciò, vorrei tornare, se me lo consentite, a quel famoso 5 ottobre del 2002, il giorno designato per le nozze!
L’intenzione mia e di Alessandro fu quella di mantenere la cerimonia il più semplice possibile, per cui decidemmo che la rosa degli invitati avrebbe incluso solo i parenti stretti e pochi amici.
Erano, naturalmente, presenti mia sorella Daniela, suo marito Vito e le due figlie Paola e Fabiana, allora poco più che bambine.
Finora non ho ancora dedicato a mia sorella lo spazio che merita, ma penso che adesso sia proprio giunto il suo momento, anche perché in quel giorno ero particolarmente felice di averla accanto.
In qualità di unica sorella, peraltro maggiore, ella ha da sempre rappresentato per me un esempio da seguire e da imitare.
Bravissima a scuola, bruciò tutte la tappe, laureandosi in Pedagogia a soli ventidue anni. A ventitré era già vincitrice di concorso come insegnante alle scuole materne e da allora la sua è stata una carriera inarrestabile. Macinando concorsi su concorsi, al punto che, per la sua determinazione, mio padre la definiva ‘la tedesca’, ella ha insegnato in scuole di ogni grado ed ancora oggi i suoi vecchi alunni, ormai giovani uomini e donne, si ricordano con ammirazione della Professoressa Planeta! Attualmente è docente di Lettere presso un Liceo Scientifico in provincia di Avellino.
L’insegnamento è la sua grande passione, tanto da aver elaborato un metodo didattico del tutto personale, capace di trasformare anche le capre in teste pensanti! E al giorno d’oggi, avere un’insegnante come lei è paragonabile ad una vincita al Superenalotto.
Per farvi comprendere quanta passione metta nella sua professione e quanto i ragazzi percepiscano la sua dedizione, vi racconto un episodio riportatole da una sua allieva: la ragazza in questione, che normalmente dorme sonni tranquilli, una notte ebbe un incubo accompagnato da urla e pianti che svegliarono tutta la famiglia, incluso il padre che, a detta della giovane narratrice, non si era mai alzato di notte prima di allora! Cosa poteva aver scatenato un tale panico e turbamento? Ebbene, la ragazza aveva sognato che il preside la spostasse in un’altra sezione e che, pertanto, Daniela non fosse più la sua insegnante!    
Esimia Professoressa Planeta, se non esistessi ti dovrebbero inventare! Ci riuscirebbero? Mah!

2 commenti:

  1. beh, per noi la terribile Dani non è la tedesca, siamo andati oltre, la chiamiamo "la prussiana" e non per similitudine col dolce! Però ci ha dato Vitoi, Paola e Fabiana e perciò le perdoniamo tutto. E mo' chi la sente?!

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