martedì 26 febbraio 2013

Donne, cucinate per dovere o per piacere?

Conosco diverse donne che da sempre proclamano che per loro cucinare è un hobby e, dunque, vivono il momento della preparazione dei pasti come un vero e proprio passatempo.
Di solito, questa prerogativa spetta agli uomini che, quando si dilettano in cucina, superano di gran lunga le donne, proprio perché vestono i panni di chef sporadicamente e, comunque, per passione.
Io sono una di quelle che alterna parentesi di dovere a parentesi di piacere. Di solito, do tutta me stessa nella preparazione dei dolci che, nel panorama delle ricette, sono i miei preferiti. La mia specializzazione, da buona napolatena, non poteva che essere 'o babbà.
E poi non dimentichiamo che il cucinare è funzionale al desinare, inteso come ritrovarsi tutti intorno alla stessa tavola per condividere le proprie esperienze in un’atmosfera rilassata ed informale.
Purtroppo, la funzione di convivialità della tavola non ha più la pregnanza di un tempo. Nel mio immaginario i veri banchetti sono quelli che si organizzano tra le mura domestiche con una nutrita compagnia di amici. Ma vuoi per la carenza di spazi ragionevoli, vuoi per la mancanza di tempo, abbiamo, nostro malgrado, perso anche il senso dell’accoglienza e, con esso, il retaggio atavico relativo alla conduzione della casa.
E allora quali conclusioni trarre da queste rapide riflessioni? Indubbiamente, sarebbe auspicabile un recupero dei valori domestici che furono propri delle nostre nonne, il che ci permetterebbe di riscoprire anche i veri piaceri della tavola e l’antica arte dell’ospitalità.
Come intendo tenere fede a questi propositi? Domenica prossima, ravioli fatti in casa. Siete tutti invitati!






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