'A gallina fa ll'ove, e a' 'o gallo l'abbruccia 'o culo
(La gallina fa l'uovo, ed al gallo brucia il deretano –della serie “Chi fatica, lo fa in silenzio e chi non fa nulla, si lamenta"-)
Che ridere! Questo è uno dei proverbi napoletani che preferisco, soprattutto per la sua capacità descrittiva e la sua portata umoristica. Peccato per i non partenopei, che non possono apprezzare appieno la ricchezza di sfumature di questa bellissima lingua, la sua ironia, la sua musicalità.
In aggiunta, la mia predilezione per questo motto ha radici di carattere affettivo, in quanto era uno degli intercalare tipici di Babbo Diego, che, come avrete intuito, non disdegnava la saggezza popolare quando doveva esprimere il suo pensiero! Tuttavia, per chi non lo ha conosciuto è difficile capire come egli, con la sua personalità genuinamente partenopea, sapesse infondere a quei proverbi un’incisività e una carica emotiva maggiore, se possibile, di quelle proprie, in maniera connaturale, della lingua napoletana. In altre parole, quando si trovava a commentare una circostanza o ad esprimere un parere, lo faceva non solo scegliendo il motto che calzava a pennello per l’occasione, ma coloriva le sue parole con l’inflessione e il timbro di voce appropriati e con una mimica facciale così eloquente da sopperire a mille parole non dette.
A distanza di tantissimi anni, ricordo sempre con grande ilarità una scena finemente commentata da Babbo Diego ed avente come protagonista un mio compagno del liceo, Enzo. Egli, come me, era un infiltrato nel quartiere Vomero, sede della nostra scuola, poiché io abitavo nel vicino rione dei Colli Aminei e lui, addirittura, a Marano, un Comune dell’hinterland napoletano. La relativa distanza da casa mi obbligava ad utilizzare i trasporti pubblici, ma, alle volte, mio padre, recandosi a lavoro, mi dava un passaggio in macchina, consentendomi di arrivare a scuola con largo anticipo. In una di quelle occasioni, io e Babbo Diego ci stavamo intrattenendo in macchina per ammazzare il tempo, in attesa dell’apertura dell’edificio scolastico. Era una bigia giornata di inverno, una di quelle giornate in cui nulla avrebbe invogliato ad alzarsi dal letto tiepido e confortevole. Ad un tratto, tra i leggeri vapori della foschia, vedemmo apparire all’orizzonte una figura che avanzava incerta, in stato di semi-incoscienza: era Enzo, che, per i suddetti motivi, doveva ancora realizzare di trovarsi presso il Liceo Galileo Galilei, quartiere Vomero, Napoli, Italia. Se al grigiore del tempo aggiungete la levataccia che tutte le sante mattine era imposta al poverino affinché arrivasse in orario a scuola dalla non vicina Marano, sarete disposti a giustificare con maggiore indulgenza il suo stato! Ebbene, come commentò Babbo Diego la vista dello spaesato ragazzo, che, palesemente, era con il pensiero ancora disteso nel suo morbido giaciglio? Me pare Pulecenella spaurato d' 'e maruzze (traduco: Mi sembra Pulcinella spaventato dalle lumache). E non aggiungo altro!
Ciò detto, riprendiamo il bandolo della matassa!
Dal 2009 in poi, la nuova vita in paese fu praticamente in discesa, visto che tutte le urgenze (quella della casa più ampia, della tata, dell’adattamento dei bambini) erano, ormai, ampiamente e felicemente superate. Il tempo del rientro a lavoro era (relativamente!) lontano, in quanto avevo ancora a disposizione tutto l’anno per esaurire i permessi e le aspettative che la legge mi concedeva. La chiamata alle armi era, dunque, prevista per il 4 gennaio 2010!
In attesa di rientrare a lavoro, sentivo fortissima l’esigenza di riprendere le mie abitudini e, per quanto possibile, di coltivare nuovamente le mie passioni. Ciò di cui avvertivo maggiormente la necessità era il movimento fisico, per cui mi misi alla ricerca di una palestra presso la quale iscrivermi. Memore delle esperienze passate, che per oltre vent’anni mi avevano riservato solo una serie di scantinati elevati a pseudo-centri sportivi, mi aspettavo di trovare altrettanto in zona, soprattutto in considerazione del fatto che stiamo parlando di paesini di montagna, il cui numero di abitanti a stento rasenta l’affollamento di una decina di grandi condomìni napoletani messi insieme! E, invece, con mia grande sorpresa, in una località ad una manciata di chilometri da qui, Lioni, esiste la struttura dedicata al fitness e al benessere più incredibile che si possa immaginare. Per la prima volta nella mia vita di sportiva non professionista, avevo l’opportunità di frequentare una palestra pensata sin dalle origini come tale e non come qualcosa destinato ad un utilizzo del tutto diverso. La struttura, a quattro livelli e di modernissima concezione, è stata, infatti, progettata appositamente per accogliere un centro benessere. Pertanto, il livello inferiore è destinato alla sala attrezzi, allestita con macchinari di ultimissima generazione, il successivo ospita la reception, il bar e un ambiente ampio ed arioso concepito per i molteplici corsi e discipline che la palestra prevede, quindi, a salire, si incontra il salone di bellezza e, infine, l’ultimo livello accoglie il centro estetico, dove è possibile usufruire di qualunque tipo di trattamento, ma, in particolare, di uno strepitoso bagno turco, che, abbinato alla cosiddetta doccia emozionale, ossia un ciclo di tre docce fredde, ciascuna caratterizzata da getti d’acqua e profumazioni diverse, potrebbe resuscitare anche un morto!
Ma, sopra ogni cosa, ciò che ha conquistato un animo sensibile al bello come il fragranze di ciascun ambiente, il gusto lineare ed elegante degli arredi, la pulizia che rasenta la perfezione. Insomma, una favola! In suo onore ho addirittura rivisitato un famoso proverbio, che ora recita così: L’erba del vicino non sempre è più verde… Se capitate da queste parti, andate a dare un’occhiata e credo che non potrete smentirmi. Il nome? Anche quello è tutto un programma: Explora!
Interessante!Uno sguardo al passato per citare ricordi comunque indelebili.
RispondiEliminaquant'è vero il proverbio della gallina e il gallo....
RispondiEliminaPS: sono bresciano, ma lo apprezzo tantissimo dato che ho un paio di colleghi ai quali si adatta benissimo!!
RispondiEliminaOK, Kermitilrospo! Non ti rimane che allenarti un po' sull'accento e il gioco è fatto!
RispondiEliminaA proposito! Ma dove lo hai scovato il tuo nickname?
kermit the frog è un personaggio del muppet's show, una "cosa" coi pupazzi che facevano vedere in tv negli anni 70-80. Siccome kermit la rana è sicuramente coperto da copyright ho optato per il rospo.
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