giovedì 14 aprile 2011

Un dubbio amletico

'O bbene tanto se canosce, quanno se perde
(Le cose buone si apprezzano quando vengono a mancare)

Sfido chiunque di voi a provare il contrario: tutti, nessuno escluso, diamo per scontato ciò che abbiamo, sia che si tratti del nostro equilibrio emotivo e psico-fisico, sia che si tratti del nostro benessere materiale. Raggiunto un traguardo, nessuno è consapevole del fatto che esso rappresenta solo un nuovo punto di partenza e mai un definitivo ed inamovibile punto di arrivo. Forse, a voler essere più precisi, non si tratta di una mancanza di consapevolezza, quanto, piuttosto, di una pigrizia dell’anima e di un’eccessiva fiducia nel caso, che, fondendosi in una pericolosa miscela, ci portano a credere che tutto sia duraturo ed invariabile. Viceversa, se solo volgessimo lo sguardo verso il basso, ci renderemmo conto che stiamo camminando sul ciglio di un baratro e che basterebbe una piccola sbavatura per farci precipitare nel nulla.
Tutti noi dovremmo avere ben stampata nella mente questa analogia, non perché ci sia da monito con tono ostile ed intimidatorio, ma affinché, benevolmente, ci ricordi che quanto c’è di bello e positivo nella nostra vita non dipende dalla fortuna, ma dalla nostra ferma determinazione di apprezzare giorno dopo giorno ciò che abbiamo, manifestando apertamente la nostra gratitudine alle persone e alle cose che ci circondano e che ci sono care.
Personalmente ritengo che la nostra vita corporea altro non sia che un breve soffio nell’infinito respiro del mondo. Eppure, per quanto limitata essa possa essere, ha il suo peso, così come la singola goccia che concorre a formare l’oceano. Se solo ci soffermassimo a riflettere su questi aspetti, su quanto sia fugace il tempo di cui disponiamo e quale irripetibile capolavoro sia ciascuna delle nostre esistenze, allora realizzeremmo che ogni giorno è sempre e comunque speciale, anche se apparentemente banale, e che nulla può essere dato per scontato, ma va di volta in volta riconquistato come se stessimo sul punto di perderlo!
E adesso a noi! La pacchia era finita e, dopo il periodo di quarantena (tanto, se ricordate, durò il nostro viaggio di nozze!), la vita di tutti i giorni ci richiamava all’ordine!
Per me cominciava un’esperienza totalmente sconosciuta visto che, fino ad allora, avevo assaporato solo la condizione di single (non tanti anni fa si sarebbe detto zitella!) e di donna in carriera. Ora, invece, eravamo in due, per cui dovevo accudire anche mio marito e la casa. Cominciava, insomma, la lunga parentesi, non ancora conclusa, della casalinga. In realtà, il mio regno era davvero risicato, visto che, come sapete, il mio appartamentino era ‘nu muorzo (traduco: un morso, ossia piccolissimo) ed era appena appena sufficiente per me. Come se ciò non bastasse, Alessandro, che è un divoratore di libri, cominciò pian pianino ad inserire degli infiltrati nel minuscolo alloggio: inizialmente, si trattava di qualche tomo ma, alla fine, la casetta, che prima era un gioiellino, si ritrovò trasformata in una succursale della Biblioteca Nazionale di Napoli! Per non parlare delle attrezzature di vario genere con cui, in maniera altamente improbabile, egli avrebbe voluto occuparsi di bricolage. Non fece altro che stiparle in ogni pertugio rimasto ancora libero, con il risultato finale che avevo l’impressione di vivere in un bazaar piuttosto che in un appartamento. Alla luce di questi sviluppi, indovinate un po’ quale fu il primo regalo che mi portò da sposati? No, non ci riuscirete mai… ebbene, un trapano, signori miei! Sì, avete capito bene! Indubbiamente, era un attrezzo di cui la casa non era ancora dotata e, pertanto, utilissimo, ma non lo si poteva esattamente definire il presente in cima alla lista dei desideri di una novella sposa…
Quando, poi, a gennaio del 2003 scoprii di essere in dolce attesa, un dubbio amletico catalizzò tutte le mie energie: “E adesso il bimbo dove lo metto?”



2 commenti:

  1. mi piace il modo in cui affronti tempi importanti rapportandoli al tuo quotidiano. E poi mi fai morire con le inserzioni di napoletano: nu muorz rende benissimo l'idea!!!

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  2. Grazie, carissima (anche se non conosco ancora il tuo nome)!
    Pure io continuo a seguire il tuo blog e approfitto per farti i complimenti! E' molto impegnativo essere una turista di mestiere!

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