Gli aforismi di Carlo Alberto

Vi sarà ormai chiara la mia predilezione per i proverbi, e per quelli napoletani in particolare, in quanto ritengo che essi racchiudano gran parte della saggezza e del buon senso aviti. Tali valori, che nulla hanno a che fare con il grado di cultura, sembrano essere stati glissati dai tempi moderni, distratti ad inseguire vanamente non si sa bene cosa, alla stregua del criceto che corre follemente nella sua piccola ruota.
Ebbene, sappiate che un'amante delle massime come me ha la fortuna di avere in casa un'ulteriore, inesauribile fonte di sapienza ed avvedutezza, niente meno che nel piccolo Carlo Alberto, età 5 anni e mezzo.
In qualche post passato, ho già avuto modo di accennare a lui. Ciò che mi sorprende in questo ometto in miniatura è la sua profonda capacità riflessiva contrapposta alla sua vivacità motoria, che fa di lui un vulcano in eruzione, un infaticabile folletto sempre in attività, un inarrestabile moto perpetuo. E' un tipo molto spassoso, una vera sagoma, che ti conquista e ti travolge con il suo entusiasmo e la sua simpatia, ma che è capace di tirare fuori, quando meno te lo aspetti, delle vere e proprie perle di saggezza o delle deduzioni degne del migliore dei discepoli di Aristotele (forse, ora, il ruolo di mamma mi induce ad esagerare un po'...)
Poiché trovo queste sue uscite molto divertenti, oltre che sottese da una logica di fondo, ho pensato che sarebbe stato simpatico condividerle con voi.
Di alcune ricordo esattamente il giorno in cui furono concepite, in quanto sono davvero recenti. Di altre indicherò approssimativamente il periodo in cui la piccola fucina di idee le partorì.
Provvederò ad aggiornare questa pagina man mano che altri aneddoti vedranno la luce, ovvero allorquando, aiutata anche dal resto della famiglia, mi verranno in mente altre chicche.
Nel frattempo... buona lettura a tutti!


26 febbraio 2013 - Mio figlio Carlo Alberto, 7 anni: "Mamma, ma tu da piccola come li facevi i compiti? Eri brava?". Io: "Bravissima! E poi mi piaceva l'ordine. Tutto doveva essere perfetto." Carlo Alberto: "Mamma, dai, non è possibile! Solo Dio è perfetto".

Morale della favola: mai spararsi le pose con i bambini!


14 dicembre 2012 - Siamo a tavola e chiedo a Carlo Alberto: "Carlo, ma da piccolo ti piaceva andare all'asilo?" "No, perché volevo stare con mamma!", mi risponde. "E' normale, Carlo. Tutti i bimbi a quell'età vogliono stare con la loro mamma. Poi, quando crescono, vogliono stare con la fidanzata o il fidanzato". E lui, di rimando: "No, mamma! Io voglio stare con me stesso!".

Quando si dice che uno ha le idee chiare!


6 dicembre 2012 - Si parla di matrimonio. Carlo Alberto, 7 anni, mi chiede: "Mamma, ma perché i colori del matrimonio sono il bianco e il nero?" "Perché" gli rispondo "il bianco per la sposa è simbolo di purezza e il nero per lo sposo è elegante". "E tu hai messo il vestito bianco?" aggiunge il piccolo. "No, io mi sono sposata in Comune". E lui "Ma le mamme comunali sono meglio delle altre?"

Mitico, il mio piccolo principe!


5 dicembre 2012 - A proposito di compagne di classe... "Quale delle tue amichette è più brava in ginnastica? Quell'Alessia mi sembra atletica". Premesso che Alessia è la più brava della classe, il piccolo Carlo Alberto, senza esitazione, risponde: "No, Alessia non è atletica. E' scolastica!"




27 ottobre 2012 - Aurora, 9 anni, si infuria perché non riesce a trovare il suo quaderno di italiano. Carlo Alberto, stanco di sentirla gridare, si rivolge serafico alla sorella e le dice: "Aurora, se vuoi strillare, vattene al cimitero, così fai svegliare i morti. Con gli strilli che fa Aurora, nessuno riesce a resistere, neanche i morti!".

Della serie, 47 morto che parla!


19 ottobre 2012 - Facendo riferimento alla cantina di casa, dove, durante l'anno, ripongo conserve di vario tipo in vista dell'inverno, Carlo Alberto, prossimo ai 7 anni, osserva: "Mamma, tu conservi gli alimenti come le formiche. Solo che tu fai la salsa e loro no!"



23 agosto 2012 - La famiglia è seduta a tavola al gran completo. Aurora, 9 anni, e il fratello Carlo Alberto, 6 anni e mezzo, sono appena usciti dalla piscina, che in estate montiamo sulla terrazza. Vi hanno trascorso buona parte della mattinata insieme ad un amichetta di Aurora, piuttosto mingherlina. Ad un certo punto, mio marito domanda a Carlo: "Carlo, dimmi un po': ma tra le amichette di Aurora, qual è quella che ti piace di più?" Senza pensarci su troppo, il bimbo replica: "Non mi piace nessuna delle amichette di Aurora! Sono troppo secche e a me quelle secche non piacciono!". Non c'è che dire, un godereccio in erba!!! 



17 agosto 2012 - La nonna di Carlo Alberto ha appena trascorso una notte insonne a causa del mal di stomaco. Saputa la notizia, e un po' preoccupato per l'accaduto, Carlo ha commentato in questo modo: "Mamma, però è brutto quando le nonne muoiono!" "Eh sì!" ribatto io. "Ma per te cosa significa quando uno muore?" gli chiedo incuriosita. Carlo ci pensa un po' su e poi proclama: "Non lo so, però non mi piace!" " E perché?" insisto. "Perché mi scoccio di andare ai funerali. Ai funerali si cammina troppo!". Alla faccia della sincerità!!!



5 luglio 2012 - L’ultima di mio figlio Carlo Albero, 6 anni: “Mamma, ho capito a cosa servono i calzini! Se uno non ce li ha, i piedi assorbono il sudore e puzzano. Invece, con i calzini il piede rimane bello profumato, anche se, poi, alla fine, sono i calzini che si impuzzolentiscono!”

Ah, le scoperte dell’infanzia!!!


17 maggio 2011 - E’ sera. Prima di andare a letto, Carlo Alberto mi chiede: “Mamma, ma io da piccolo ero bello?” “Eri bellissimo” gli rispondo. “Perché me lo chiedi?” “ Perché Aurora –la sorella maggiore- dice che ero brutto” “E che ne sa lei? Come fa a ricordarsi?” ribatto. “Eh, ma quella è una ricordona!”

Mi sa che i dizionari italiani vanno aggiornati!


12 maggio 2011 - E’ mattina. In casa c’è Domenica, la signora che mi aiuta un giorno alla settimana nelle faccende domestiche e che è per noi più di una persona di famiglia. Carlo Alberto si lamenta perché cerca, senza successo, i pennelli e gli acquerelli per dipingere una delle sue opere d’arte. Insiste perché sia io a trovarli. Gli dico che non ricordo dove sono, ma lui insiste, incalzando con il lamento. Domenica si permette di intervenire, dicendogli: “Dai, Carletto! Fai il bravo! Più tardi li cerchiamo”. Carlo si gira verso di lei e, mettendosi i pugni in vita, stile Mussolini che declama alle folle, la apostrofa seccamente con le seguenti parole: “Senti, Domenica… adesso non ti ci mettere anche tu!”



11 maggio 2011 - Ore 15.00. Io e Carlo Alberto siamo nel soggiorno. Oggi è una bella giornata e Carlo ha voluto le finestre spalancate per un bel po’, facendo entrare in casa ogni sorta di insetti. Tra loro, anche un moscone peloso e fastidioso per via del suo incessante ronzio. “Eccolo là!” faccio io “E’ entrato un moscone!” “Mamma, cos’è un moscone?” mi chiede il piccolo. “E’ una mosca grossa grossa” “Ah, ho capito!” fa lui “E’ il re delle mosche!”



9 maggio 2011 - Domenica 8 maggio 2011, festa della Mamma. Ricevo in dono due rose, una rosa e l’altra bianca. L’omaggio mi giunge nell’ambito di un piccolo ricevimento all’aperto, a Salerno, dove sono stata invitata con tutta la famiglia. Il giorno dopo, Carlo racconta l’accaduto a Tata Iolanda. “Ianda (così sono soliti chiamarla i bimbi), lo sai che mamma ha ricevuto anche delle rose?” “Davvero?” fa Iolanda. “Sì!” risponde Carlo “Ma vere, eh! Sennò che festa della Mamma è?”



4 maggio 2011 - E’ sera. Io e Carlo Alberto siamo in bagno. Lo sto preparando per andare a letto. “Mamma, lo sai che il fuoco ha quattro potenze?” mi dice ad un tratto “Ah, sì?” faccio io “E quali sono?” “La potenza di illuminare le cose, la potenza di riscaldare le cose, quella di bruciare le cose e quella di infuocare le cose”. “E che differenza c’è tra bruciare ed infuocare?” gli chiedo. Lui ci pensa un po’ su e poi dice: “Le cose dure infuocano e le cose morbide bruciano. Per esempio, il fuoco, se vuole bruciare il mattone, il mattone lo frega, perché il mattone con il fuoco diventa solo nero!”

Non fa una piega, vero?


2 maggio 2011 - E' mattina, ore 9 circa. Carlo Alberto e il fratellino Diego Maria saltano euforici sul mio povero materasso, sicché dico loro: "Carlo, Diego! Adesso andate in camera vostra, ché devo fare il letto!" Dopo un po' di resistenza, Carlo dice a Diego: "Dai, Diego, andiamo di là!". "OK! grazie!" rispondo io. E Carlo di rimando "I generali non dicono mai grazie!"



23 aprile 2011 - Siamo tutti in macchina, diretti al mare. "Carlo," gli chiedo a un tratto, "ma tu cosa vuoi fare da grande?" "Il pilota", mi risponde deciso. "Ma il pilota di aerei o di macchine da corsa?" insisto io. La risposta, altrettanto immediata e decisa: "Di aerei da corsa!"



Marzo 2011 - Carlo adora la figura dei Tre Moschettieri e, in particolare di D'Artagnan, tanto che quest'anno a Carnevale ha vestito con grande orgoglio i panni del famoso spadaccino. Mentre siamo a tavola, all'improvviso mi dice: "Mamma, che peccato che in Italia non esiste più il Re!" "E perché?" gli chiedo sorpresa. "Perché altrimenti potevo fare il Moschettiere del Re!"



Agosto 2010 - Carlo corre all'impazzata sul suo monopattino, giù per la strada che da casa nostra porta alla piazza dove ha sede il Comune. Io lo seguo a ruota per evitare danni. La maestra Laura, che abita in quella piazza, nell'atto di entrare in casa, lo vede arrivare di gran carriera e lo invita ad andare più adagio. Carlo, quasi offeso per il richiamo, la rassicura dicendo che lui è bravissimo sul monopattino. Sicché, la maestra Laura lo saluta con il commiato di buon augurio tipico del paese, ossia crisci santo, vale a dire cresci santo. Per l'esattezza, gli dice: "Va bene. Ciao, crisci santo!" E il piccolo, prontamente: "Non mi chiamo Crisci Santo, mi chiamo Carlo Alberto!"