martedì 1 marzo 2011

Una ventata di allegria in Capogruppo!

'O ppane vene dato a chi nun tene 'e diente
(Il pane viene dato a chi non ha i denti)

Quante volte nella nostra vita abbiamo pronunciato questo proverbio? Penso molte, poiché è sempre più comune constatare che grandi opportunità o fortune càpitano a chi non è in grado di metterle a frutto o di apprezzarle. In particolare, mi vengono alla mente i rampolli di grandi dinastie, che, considerando come scontato ciò che ereditano per buona sorte e non avendo l’intraprendenza e la genialità di chi li ha preceduti, mandano in fumo non solo enormi patrimoni ma anche l’idea, il sogno che aveva dato vita a quegli imperi. E se ci pensate bene è proprio questo aspetto, l’aspetto idealistico, più che quello materiale, che suscita in noi maggiore disagio e disorientamento: ci chiediamo come sia possibile che il prodotto di grandi valori ed attitudini dell’uomo, come immaginazione, ideazione, intraprendenza, capacità innovativa, talento, finisca spesso nella mani sbagliate, andando, di conseguenza, sprecato. E’ come il pane che viene dato a chi non ha i denti per mangiarlo! Cosa sarà possibile farne, se non gettarlo via o lasciarlo ammuffire? Comunque, al di là di queste pessimistiche considerazioni, mi piace credere che delle belle porzioni di pane arrivino anche a chi è capace di addentarlo e, dirò di più, di gustarne il sapore fino in fondo!
Detto ciò, riprendiamo il bandolo della matassa! Eravamo fermi al mio primo giorno di lavoro presso la Capogruppo di Napoli della Banca Monte dei Paschi di Siena. Avevo conosciuto il mio nuovo capo e la prima impressione non era stata esattamente confortante. Tuttavia, armata del mio innato spirito di adattamento, pensai che, ormai, ero in ballo, per cui la cosa più saggia da fare era imparare a ballare nel miglior modo possibile e nel più breve tempo possibile…
L’ufficio all’epoca comprendeva solo un’altra unità, anche se in seguito si sarebbe ulteriormente ampliato.
Le nuove mansioni mi erano del tutto sconosciute, in quanto l’operatività della filiale è completamente diversa da quella degli uffici centrali. Tuttavia, giorno dopo giorno, andavo ovviamente affinando la mia abilità, soprattutto perché Ermanno era paziente e sempre disponibile a chiarire ogni mio minimo dubbio. Devo a lui tutte le mie conoscenza informatiche, anche se, da quando mi sono sposata, ho trovato in mio marito Alessandro un più che degno sostituto!
Ma, soprattutto, Ermanno si rivelò, al di là dell’impressione iniziale, molto affidabile e di grande bontà d’animo, insomma un vero signore, una perla rara se confrontata con coloro che affollano oggigiorno gli ambienti di lavoro.
Mi piaceva molto in lui la sua immediatezza, il suo arrivare al punto senza girarci troppo attorno, cosa che, per chi non lo conosceva bene, veniva scambiata per rudezza ed introversione. Tuttavia, sarebbe bastato guardare senza superficialità quegli occhi scuri per capire di essere difronte ad un burbero dal cuore tenero.
Pertanto, non vi sorprenderà il fatto che trovai in lui terreno fertile dove far attecchire la mia allegria e il mio buonumore, tanto che, secondo alcuni,  il mio arrivo in poco tempo spazzò via il grigiore da quell’ufficio e permise finalmente l’arrivo del sole!  
C’era un unico, grande, non sottovalutabile difetto nel caro Ermanno: fumava, ed anche tanto! Peraltro, non era da meno la mia vicina di scrivania, Erminia. Come pensate che avrei potuto sopravvivere in quella nube tossica? Le soluzioni erano due: o indossare una maschera antigas, o, cosa più plausibile, aprire i finestroni dell’ufficio. La seconda opzione poteva essere gradevole in primavera, ma vi assicuro che in pieno inverno c’era da rischiare il congelamento, soprattutto per me che ero prossima alle grosse bocche spalancate verso l’esterno!
I due poverini tolleravano senza fiatare il brusco abbassamento della temperatura, ma del resto anche io ero loro vittima! A sistemare ogni cosa, a distanza di poco tempo, arrivò proprio ciò che desideravo: una circolare interna che vietava in maniera categorica di fumare negli uffici. Da allora, cominciai a sentire veramente mia quella stanza e ad abbellirla con piante ed altri oggetti che me la resero sempre più affine.
Ma per il séguito ci aggiorniamo al prossimo post!

1 commento:

  1. Che prolificità letteraria!
    Complimenti!
    Adesso sono passato solo a salutarti.
    Leggerò quanto prima questo post ed il precedente che mi sono perso.
    Buona serata.

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