giovedì 27 gennaio 2011

Il tiepido rifugio dell'anima

A llietto stritto, cuccate 'mmiezo...
(Se il letto è stretto, coricati al centro -della serie:  "L'arte di arrangiarsi a spese altrui"-)

Certo, la traduzione di un proverbio napoletano, così come il tentativo di una sua spiegazione, non potranno mai avere la stessa pregnanza dell'originale. Tuttavia, non potevo ignorare i miei amici non partenopei, che avrebbero avuto verosimilmente delle difficoltà di interpretazione, motivo per cui mi sono indegnamente cimentata come traduttrice.
Chiedo, pertanto, venia ai lettori napoletani ed invito gli altri a trasformare questi brevi incontri quotidiani nel pretesto per imparare la lingua di Pulcinella (o meglio, Pulecenella). Non è impresa facile, indubbiamente, ma sono certa che essa saprà sorprendervi, saprà rapirvi con la ricchezza delle sue sfumature e con la sottile ironia del suo dire, ironia che spesso degrada lentamente verso una velata malinconia...
Ciò detto, riprendiamo il bandolo della matassa. Vi avevo lasciati a Siena, Toscana, Italia.
L'innamoramento con Siena è stato così coinvolgente che ho percepito l'intero periodo della permanenza in Toscana come una vacanza, anziché come il soggiorno precario di una studentessa fuori sede. Il coinvolgimento è stato tale che dopo la laurea in Scienze Economiche e Bancarie, conseguita nel settembre del 1992, ho potratto la mia vacanza a Siena per altri sei anni, dei quali, però, vi racconterò in seguito.
Per il momento, soffermiamoci sul periodo universitario. All'epoca ero ancora molto giovane e senza alcuna esperienza di vita vissuta al di fuori delle rassicuranti mura domestiche. Mi affacciavo a questa nuova dimensione della mia esistenza con la stessa esitazione, ma, nel contempo, con la stessa gioiosa incoscienza con cui un bambino muove i suoi primi passi. Ero affamata di conoscere, vedere, scoprire, ammirare tutto ciò che mi circondava, ma la mia imperizia spesso si frapponeva in questo tumultuoso moto dell'animo e lo frenava come a dirgli "Ehi, basta adesso! Stai correndo un po' troppo..." E allora quella parte di me, che per tanti anni avevo tenuto sopita e che adesso finalmente cominciava ad affacciarsi alla luce, si ritirava nella penombra, in attesa di prendere sufficiente coraggio e di rituffarsi nella travolgente corrente della vita, con rinnovata vigorìa e un pizzico di fiducia in più.
I giorni passavano veloci, presa com'ero dalle mie nuove occupazioni. Lo studio assorbiva buona parte della mia giornata, ma non mancavano mai le pause dedicate alle chiacchiere e alle confidenze con le mie amiche e compagne di avventura. Così come, non mancava mai il tempo, generalmente prima di dormire,  dedicato all'introspezione, momento prezioso che aspettavo con impazienza e che mi preservavo come il più raro dei doni. Era il momento in cui la rivoluzionaria che era stata sempre in me si alimentava di nuova linfa, rinvigorita dalla fiducia in se stessa e dall'energia che il vissuto di quella giornata le avevano infuso.
L'intima complicità con Siena venne coronata dalla decisione di mio padre di acquistare un piccolo appartamento in centro, cosicché io potessi sentirmi davvero a casa. E fu proprio così! 
Mio padre mi diede piena fiducia, delegandomi la ricerca dell'immobile, e si raccomandò di ponderare bene la scelta, optando per ciò che mi fosse risultato davvero congeniale. Tramite un'agenzia immobiliare, ne vidi parecchi, ma come sempre mi accade, la scelta ricadde su ciò che vibrava delle mie stesse emozioni. Forse vi sembrerà pazzesco, ma vi assicuro che anche le cose sono capaci di parlare ai nostri cuori, a tal punto da poterci emozionare o estasiare per il solo fatto di essere, pur nella loro apparente assenza di vita. E' esattamente ciò che accade a me quando, alla fine di una serie di gradini interminabili e sconnessi, all'interno di un edificio alquanto fatiscente e tutt'altro che ammaliante, mi si aprì alla vista la più graziosa delle dimore, composta da due stanze, un cucinotto, un bagnetto, un ripostiglio e, dulcis in fundo, un balconcino con vista mozzafiato sulla campagna senese. L'innamoramento era scattato ancora una volta e, nel giro di qualche settimana, l'appartamentino fu mio, o, meglio, cominciammo ad appartenerci a vicenda...
Da quel momento c'erano tutti i presupposti affinché il mio spirito controcorrente cominciasse a forgiarsi a suo piacimento: di giorno lo accoglieva il caldo abbraccio della città, a cui gridava il suo canto libero, e di notte, al sorgere della luna, lo ritemprava,  in un abbraccio altrettanto caldo, il tepore del suo rifugio sospeso sulla campagna argentata.

2 commenti:

  1. Che meraviglia! Qui ti invidio un pò!
    Un appartamento tutto per te...
    Altra cosa che abbiamo in comune: il fatto che le cose devono venire a noi e sia come un incontro.
    Io non ho ancora il letto matrimoniale, dopo quasi nove anni, e dormo sulla rete perchè sono convinta che prima o poi arriverà quello giusto. Finora nessuno mi ha convinto!

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