mercoledì 4 maggio 2011

Casa, dolce casa!

Alla candelora dall'inverno semo fora
ovvero
Non esistono più le mezze stagioni

Un tempo i detti popolari relativi ai cicli metereologici e a quelli agresti e vegetativi coincidevano, solitamente, con la realtà, poiché l’osservazione attenta dei fenomeni naturali, ripetuta anno dopo anno, decennio dopo decennio, secolo dopo secolo, confermava una certa regolarità e periodicità.
Oggi, viceversa, tutto sembra essere diventato casuale, o, meglio, caotico. Il mondo gira senza una finalità precisa da perseguire, un disegno da realizzare. I singoli vagano nelle loro vite, trascinandosi in ruoli che non sentono propri e narcotizzando il loro malessere con surrogati altamente improbabili della felicità, proposti dalla trasmissione-spazzatura di turno.
Ebbene, anche il tempo meteorologico si è stancato di essere l’unico con un programma ben preciso nella testa: ha deciso di buttare tutto all’aria e di vivere, al pari degli altri, nel caos e nel precario.
E allora? Allora, addio alla primavera con tutti i crismi! Il tempo ci lusinga per uno o due giorni, facendoci credere che essa sia davvero alle porte, seduce le piante in fiore, alletta le nidiate affollate di uccellini affamati, dopodiché, zacchete! ci umilia con un’altra frustata di freddo e pioggia.
E allora? Allora, niente più Candelora -la festa che cade il 2 febbraio e in cui, secondo la tradizione cristiana, si benedicono le candele come simbolo della luce di Cristo per illuminare i popoli- a segnare il passaggio tra l’inverno, inteso come buio e morte, e la primavera, intesa come luce e risveglio.
E allora? Allora, meglio rassegnarci al moderno e malinconico adagio: Non esistono più le mezze stagioni!
E adesso è il momento di puntare nuovamente i riflettori sulle avventure della bancaria per caso!
Ritrovato l’equilibrio nella gestione quotidiana dei bimbi, grazie all’arrivo provvidenziale di Tata Iolanda, si riproponeva più viva che mai l’esigenza di trasferirci in un’abitazione adatta ai nostri bisogni. Ovviamente, come sempre, la buona sorte non tardò a bussare alla mia porta, poiché esattamente a due metri dalla dimora dei nonni materni, poi divenuta di mia madre e dove eravamo provvisoriamente alloggiati, c’era una casa in vendita che sembrava fatta apposta per noi. La costruzione era ancora allo stato grezzo, nel senso che era dotata unicamente della struttura in cemento armato e del tetto. Occorreva, dunque, completarla quasi interamente, ma, tutto sommato, ciò era un vantaggio, visto che avremmo potuto plasmarla secondo le nostre reali esigenze. Occorse circa un anno per completare i lavori, ma, alla fine, il 26 agosto del 2008, giorno dell’onomastico di mio marito, ci trasferimmo nella nuova casa. Era così bello vedere i bambini scorrazzare da un piano all’altro, ebbri di euforia per tutto lo spazio che d’improvviso avevano a disposizione. Diego, intanto, che appena camminava, li guardava divertito, aggrappandosi al primo appiglio a portata di mano. Credo proprio che io e Alessandro abbiamo fatto un bellissimo regalo ai nostri figli, poiché, se provo a calarmi nelle loro percezioni, verosimilmente questa nostra dimora, così particolare per la sua pianta asimmetrica, i suoi angoli nascosti, la sua imprevedibile articolazione, deve apparire loro come una sorta di nave dei pirati o di castello incantato, in cui improvvisare mille avventure.
La casa, come ho più volte ribadito, non è soltanto il luogo fisico che ci accoglie giorno dopo giorno, offrendoci riparo e ristoro. E’ questo, ma anche molto di più di questo. E’ lo scrigno segreto dell’energia, della vitalità e dell’empatia che tiene insieme la famiglia, è una sorta di tempio in cui si celano e si proteggono con amore e premura gli equilibri domestici, è il luogo dove la casalinga prepara il quotidiano desinare, in un atto che va al di là del semplice sostentamento alimentare, poiché quell’atto racchiude un mondo di significati ben più profondi, che fanno di lei il vero fulcro della casa, la virtù fatta persona che tutti i giorni dispensa la vita ai propri cari.
E allora, mi chiedo come mai tutti questi tesori, che dovremmo custodire gelosamente ed alimentare quotidianamente, vengano, invece, via via privati del loro intrinseco valore, al punto che, ormai, le nostre case sono ridotte ad alberghi di terza categoria!


3 commenti:

  1. Dici proprio il giusto,la casa è elemento
    importante,punto di equilibrio e di incontro,nella vita di noi tutti.

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  2. Grazie, Costantino! Condividiamo spesso le stesse opinioni e percezioni. Alla prossima!

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  3. Carissima Nives, grazie, grazie, grazie! Spero di meritare i bellissimi commenti che ogni volta mi riservi. Mi piacerebbe sapere qualcosa di più di te! Scrivimi, se hai voglia e modo! Ti abbraccio. Silvana.

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